04 novembre, 2008

Maggiociondolo e Betulla

Quando qualcosa o qualcuno mi appassionano nel profondo, anche solo per un gesto, una parola, un sussurro, io, entusiasta, mi infervoro, scorre in me clorofilla allo stato puro, resuscita la fatina verde dell' assenzio, insomma mi germoglia l' anima. Io sono fatta così, mi lascio trascinare dalle emozioni e non mi stancherò mai di esibire questa mia "etichetta" che orgogliosa tengo incollata al mio petto: "passionale". Il termine può assumere un' infinità di significati a seconda delle circostanze, in questo caso, è il risultato di una scoperta: sto leggendo con passione un libro, un piccolo volumetto di circa un centinaio di pagine dalla copertina blu, l' autore è Mauro Corona, di cui ho già riportato in passato qualche verso, il titolo "Le voci del bosco". La mia lettura è fluente ma discontinua perchè, come sono solita fare, con la matita sottolineo passaggi significativi, che mi impongo di ricordare e che spesso torno volutamente a rileggere, ecco allora che stasera mi sono interrotta ed ho pensato "devo riportare tutto questo da qualche parte" ed allora ecco fedelmente quanto segue: "Nella concretezza risiede la nobiltà del maggiociondolo.E' come l'amico fedele che rimane nell'ombra ma è pronto a intervenire in caso di bisogno. Di lui ti puoi fidare. Disponibile al sacrificio, è un legno speciale anche per la stufa e produce un fuoco gagliardo, di un bianco incandescente che riscalda l'anima prima ancora del corpo. E' un generoso, e quamdo stai scivolando non si comporta come la muga traditrice, ma ti sostiene e ti incoraggia. Non ha bisogno di affetti nè li vuole. Non dipende da nessuno e affronta la vita schivo e riservato. Non disprezza l' amore ma neppure lo cerca. Una betulla innamorata di un maggiociondolo attendeva che il vento la piegasse per andarlo a baciare, ma, per quanto il vento soffiasse forte, le mancavano sempre quei pochi centimetri per giungere al bacio agognato. In attesa dell' evento impossibile, la betulla gli parlava senza speranza. Fu il Vajont che li unì. Strappati e trascinati via dall' acqua, si toccarono per un breve istante. Così, prima di morire, anche il maggiociondolo ebbe un po' d'amore, mentre dalle rive sparivano gli altri alberi e la gente, la gioia di vivere, tutto quello che ci aveva fatto sperare in un futuro migliore".

2 commenti:

Io con me e me stessa ha detto...

E' strano come, a volte, sia la morte ad unire gli animi. Magari si rincorrono per anni, si sfiorano, si girano intorno, e non riescono cmq a toccarsi, ad aversi anche solo per un breve periodo.
Poi arriva la signora con la falce ed unisce tutti.
Mistero!

PS mi ispira questo libro, mi sa che vado a comprarlo anch'io!

calendula ha detto...

che storia intrigante e romantica...mi ha molto emozionato... bravissima Cloro