18 aprile, 2009

Cèline

Sopra il Principato di Monaco, arroccato su una collina a picco sul mare, sorge Eze: un grazioso borgo medievale dove il vento soffia forte scompigliando le chiome dei turisti e dei deboli pini marittimi. Ci si arrampica per una stradina ansiosi di raggiungere la cima, non ci si affanna perchè il desiderio di "respirare" da lassù il mare fa sentire meno la fatica e stimola l' immaginazione. Il susseguirsi di piccole botteghe di giovani artisti pressochè sconosciuti, quadri colorati dai soggetti spesso incomprensibili, gioielli originali non preziosi ma unici nel loro genere, accompagna la salita e una volta arrivati, dove oltre c'è solo più il cielo, le jardin exotique vraiment très jolie...Modesto, decisamente molto diverso dai vicini Giardini Hanbury, ma data la posizione, extraordinaire. Una varietà di succulente già fiorite, esplosioni di margherite e campanule tra le rocce e dove finisce il verde inizia il blu. Subito non le ho notate ma le ho sentite bisbigliare, credevo ingenuamente fosse il sibilo del vento ed invece mi sbagliavo, erano loro e le loro confidenze, i loro battibecchi i loro pianti...presenze dai corpi sinuosi, dai volti assenti, con lo sguardo sempre indirizzato verso il mare. Mi sono guardata intorno ma nessuno a parte me sembrava stupito, incuriosito, attratto da quelle donne, da quelle dee. Mi sono avvicinata a ciascuna di loro: Margot la seduttrice, Barbara la sognatrice e, in un angolo, Cèline, triste, pensierosa, le guance di terracotta solcate da una lacrima non di pioggia, sola con un pensiero...lui. L' ho trovata dopo tanto peregrinare l'ho finalmente trovata, è senza dubbio lei l' amore del mio uomo di terracotta. Quando in una fredda mattina d' autunno, spalancando la finestra, ancora in pigiama, l' ho sentito sospirare di nostalgia, gli ho domandato se fosse la tristezza di una nuvola nascondisole a renderlo così affranto oppure il ricordo di un amore lontano, che domanda stupida gli ho posto: non sono le piogge o le intemperie a preoccuparlo, non lo sono mai, è la solitudine, il non riuscire ad arrivare abbastanza
lontano con lo sguardo per scorgere ancora il suo volto ma doversi accontentare di ascoltare le sue dolci parole soffiate dal vento. Il loro amore è puro, sono fatti l' uno per l' altra, creati dalla mano di un artista che li ha modellati con cura rendendoli perfetti agli occhi di chi li ammira non conoscendoli, ma imperfetti nel non riuscire a dimenticarsi. Ogni notte lei gli canta La vie en rose e lui, con aria sognante, ne fischietta il ritornello.

2 commenti:

Io con me e me stessa ha detto...

Arriverà il giorno in cui Celine e l'uomo di terracotta si potranno incontrare, no?!?

Clorophilla ha detto...

Certo...e io quando avverrà scriverò il mio più bel post!!!;D