10 gennaio, 2010

Cartoline dal futuro

Termina qui la prima settimana di un nuovo anno ed ancora mi sembra di vederli: sorridenti con il loro calice tenuto ben stretto e rivolto verso il cielo quasi a chiedere pietà affinchè tutto possa migliorare, cambiare, risollevare le teste di coloro che il cielo non lo guardano più. Disordinatamente in fila, uomini impettiti in maleodoranti frac, con un bel sorrisino ottimista da esibire in pubblico ma con i polsini della camicia inamidata logori e sbottonati e donne dallo sguardo tagliente e dalle labbre sottili ma rosse con un rossetto volgarmente sbavato. Si baciano ed abbracciano rivolti verso il domani, il futuro, il nuovo. Ma ahimè il futuro non va cercato nè accolto solo vissuto e, anche se è difficile accettarlo e rendersene conto, già lo stiamo vivendo, siamo tutti nel futuro, perchè il futuro è adesso, oggi è futuro. Solo i codardi (come me) girano le spalle, seguono la direzione opposta, tengono bassi i calici vuoti, cercano chi non c'è, parlano con chi non sente, tristemente nostalgici, stupidamente fragili, sfuggono al "domani" rifugiandosi nel "ieri". A volte mi domando dove stia la novità, cosa ci sia di meraviglioso in quello che ci aspetta, in quello che i cervelloni pensano possa migliorare il nostro vivere di per sè agitato e caotico, ci sono cose che cambiano ogni secondo ed altre per le quali non basta una vita. Oggi si muore di cancro esattamente come ieri, oggi si abbattono intere foreste esattamente come ieri, oggi la crudeltà dell' uomo non si è minimamente assopita esattamente come ieri. Di chi e quali sono i buoni propositi ? Ma quante cose dovranno o potranno ancora vedere i miei occhi ? Piccole donne diventare donne piccole ed insicure nell' imprigionare in mutande contenitive gli attributi dei loro mariti, cercando di garantirsi così un' improbabile fedeltà assoluta, quando di assoluto non c'è più nulla e meno che mai l' elastico di quegli indumenti; uomini grandi, belli, importanti e forti come alte querce tornare improvvisamente bambini e ricominciare a giocare con i Lego, mattoncini di cuore trovati qua e là per costruire torri altrettanto alte ma destinate a crollare miseramente come previsto: giocare con i sentimenti può rivelarsi divertente ma assai poco innovativo, esattamente come ieri. E donne orgogliose, permalose, coraggiose, sicure di sè, perdersi e non riuscire più a ritrovarsi, cercarsi in un cassetto sgangherato chiedendosi affannosamente "Ma dove sei finita?" e non riconoscersi nè in una foto del passato nè in una cartolina dal futuro. Ho visto anche questo. Un giunco che si piega, rinunciando ad emergere, vive bene anche se le foglie, come lo sguardo, non puntano il soffitto ma il pavimento, un po' di luce arriva comunque. Mi dispiace non scrivere più intingendo un pennino nell' inchistro, scoprire che l' amicizia o è su Facebook oppure chissà dov'è, riporre le mie speranze nel passato per un' assoluta mancanza di fiducia in chi mi circonda, tutto ciò mi dispiace e mi rende profondamente triste nonchè vulnerabile ad ogni eventuale cambiamento che ancora dovrò mio malgrado affrontare. Oggi è così, domani chissà...

2 commenti:

Caronte ha detto...

Non potevo non commentare, sei veramente una bella penna, vorrei poterti contattare ma non ho trovato alcun indirizzo e-mail e probabilmente se non c'è il motivo è che non vuoi che ti si contatti. Ti lascio la mia e-mail perchè vorrei dei consigli sul mio blog e sul tuo modo di scrivere: caronte16@hotmail.it spero vivamente di poterti sentire presto.
Ugo.

Clorophilla ha detto...

Ti ringrazio per aver letto e commentato, passerò anch'io volentieri a sbirciare il tuo blog e l' unico consiglio che mi sento in grado di poterti dare è questo: scrivi con l' anima lascia che sia lei a guidare la tua mano, non imitare nessuno, sii sempre te stesso nel bene e nel male e non temere chi magari non capirà. Un abbraccio, Cloro.