18 aprile, 2009

Il saputello

C'è, è realtà, alta, maestosa, con pioli larghi e spaziosi. Scintilla al sole e tintinna sotto la pioggia, è lì, immobile, inanimata, nulla la può distogliere, nulla distrarre. I bambini la guardano incuriositi e tra tutti si sente il saputello esclamare con aria saccente, circondato dai compagni dubbiosi "ma sì, è una scala antincendio, non lo sapete???". La si può finalmente ammirare in tutto il suo splendore nel piccolo cortile di quella piccola scuola elementare di mattoni rossi in Via Collegno. E' quasi passato un anno da allora, quando scrivevo e piangevo dalla rabbia, firmavo petizioni che chissà in che modo sono state cestinate e speravo, come sempre, inutilmente. Degli alberi secolari non sono rimaste nemmeno più le radici e quel mostro metallico sgraziato, grossolano, sproporzionato sembra esserne fiero di averne preso il posto. Non dovrei più stupirmi e non dovrei più soffrirci, eppure continuo a farlo perchè non posso e non riesco ad accettare che la gente, nei confronti della natura, sia sempre più indifferente, in certi casi addirittura ignorante, cattiva e spietata. E allora non stupiamoci dinnanzi alle conseguenze che ci verrano riservate e che ci ritroveremo inermi ad affrontare, non stupiamoci se vedremo i nostri figli abbracciare un palo della luce anzichè un giovane tronco, cercando un contatto in qualcosa di statico ed inanimato. Io ho solo più fiducia nei bambini, non nei loro genitori, perchè, magari non il saputello, ma tutti gli altri se lo sono chiesti "i nostri alberi dove sono?" li ho sentiti, non immaginati e forse la loro ingenuità si rivelerà davvero la nostra unica salvezza.

2 commenti:

Io con me e me stessa ha detto...

I nostri alberi sono andati distrutti, soppiantati da case, edifici, lampioni, marciapiedi e smog.

E poi con che coraggio chiediamo ai bambini di "lottare" per la propria terra e la propria natura, se siamo i primi a togliergliela da davanti gli occhi?

Clorophilla ha detto...

Non ho parole Katiu...ne ho sempre meno e mi sento davvero impotente difronte all' ignoranza di chi crede di sapere e invece non sa.