18 luglio, 2008

Affacciata alla finestra

Conoscete la storia della Biston betularia? Chi ha studiato scienze naturali al liceo o all' università ne ha sicuramente sentito parlare durante una lezione su evoluzione o adattamento.
La Biston betularia è una farfalla notturna, molto comune nell' Inghilterra meridionale, con l' abitudine di riposare durante il giorno sui tronchi delle betulle dalla corteccia tipicamente chiara perché ricoperta da licheni bianco-grigi, colori entrambi molto vicini a quello delle ali dell' insetto stesso, in grado quindi di mimetizzarsi perfettamente, riuscendo a sfuggire all' attacco degli uccelli predatori. Nel 1848, nei pressi di Manchester, solo l' 1% delle farfalle di questa specie era melanica, cioè scura, finché a causa dell' inquinamento e dei fumi provenienti da industrie e città, i licheni scomparvero e i tronchi delle betulle si scurirono rendendo le Biston dalle ali bianche ben visibili ai predatori. Improvvisamente la percentuale delle melaniche cambiò raggiungendo il 90%. La natura si adatta, l' uomo si adatta, ma chi non si adatta soccombe sempre? Gli animali lo fanno per sopravvivere ma l' uomo spesso e volentieri lo fa per paura o peggio abitudine, per non uscire da certi schemi che la società impone o peggio per seguire regole che ha deciso di seguire, a volte, neanche troppo convincenti. Non sono mai stata una rivoluzionaria che vive ai margini, in un mondo tutto suo, ma adesso mi chiedo: stiamo forse perdendo la nostra unicità? Tante Biston melaniche timorose di essere "differenti", neanche più in grado di capire cosa sia bello e cosa non lo sia, cosa giusto e cosa no? Alt! Sto giudicando i miei simili? No, sto soltanto cercando un confronto, affacciata alla finestra della mia mansarda. Per andare in ufficio tutte le mattine passo davanti ad un liceo: ragazzi e ragazze rigorosamente uguali, le ragazze strizzate in micro-magliette, anche se con qualche chilo di troppo, i ragazzi con i boxer in vista e cavallo dei jeans che arriva alle ginocchia. Lo fanno forse per mimetizzarsi come le farfalle? Forse sì, forse non hanno il coraggio di affrontare critiche e giudizi, forse considerano una perdita di tempo il cercare, per poi difendere, una propria, assoluta, autenticità e unicità, forse, non sanno esattamente cosa e come "essere". Non voglio banalmente colpevolizzare i media, le veline, le modelle dalla taglia 38, ecc. ecc. ma sicuramente una parte di responsabilità ce l' hanno anche loro. E' quasi obbligatorio, e non parlo solo di adolescenti ma ahimè anche di adulti, scolpire il proprio fisico, esibire un bel decollete, possibilmente abbondante, cercare di essere sempre irresistibili, sentirsi indispensabili all' umanità, credere di dire e fare sempre, rispetto a chi ci circonda, le cose migliori. Ma essere semplici e "normali" è ormai cosa così rara e sgradevole? Emozionarsi, stupirsi quando succede e ridere a crepapelle, gioire dell' inaspettato ma anche soffrire per un rifiuto, piangere per un "assolutamente", rattristarsi per un "nulla di te mi interessa", forse con le imitazioni si possono evitare le delusioni. Ecco come ci si perde...Io è da quando sono nata che rischio cercando di non seguire la "massa": alle elementari tutti in gita io no (i miei genitori erano molto apprensivi e l'autista del pulmann che mi avrebbe portato anche solo a Superga sicuramente sarebbe stato il peggiore degli ubriaconi con inevitabile incidente mortale) quindi commenti poco carini dei compagni di sei anni, non per questo meno cattivelli e dei genitori più "tranquilli" a volte persino, oserei dire, menefreghisti; al liceo tutte alle prese con la conquista del più carino della classe, io con il più sfigato ma anche il più sensibile ed affettuoso, che trovava in me qualcosa di più speciale di due labbra carnose e una quarta di reggiseno e così via...Ed ora sono comunque contenta di come sono: non seguo la moda, a dir la verità non l' ho mai fatto, non sono vittima del "fisico bestiale" ma mi godo il piacere di un cucchiaio di Nutella, cerco di restare indifferente davanti alle critiche poco costruttive e, se occorre, di soffrire senza darlo troppo a vedere, di ascoltare in silenzio ma anche di farmi sentire, se penso di avere qualcosa di interessante da dire. Il complimento più bello che un essere umano possa fare ad un altro, a mio avviso, uomo o donna che sia, è questo: "sei unico e speciale!". Non bisogna distinguersi per poi vantarsene ma per seguire un pensiero che affascina e convince, uno stile unico, capire che a volte essere una Biston dalle ali bianche può non rivelarsi poi così rischioso. Chi guarda o ascolta può proseguire indifferente o fermarsi affascinato e allora, se come invece succede per gli animali, non è in gioco la sopravvivenza, tanto vale provare ad essere semplicemente contenti di come si è, aspettando di essere notati pronti a giudizi,critiche,"assolutamente", ma magari anche ad un solo "sei speciale!".

1 commento:

Anonimo ha detto...

i ragazzi sono ragazzi ed è la maturità che porta a comprendere chi siamo e dove vogliamo andare. Anche tu mi sembra di aver letto da qualche parte non ti accettavi completamente quando eri ragazzina e ti nascondevi dentro grandi magliette. Poi sei cresciuta ed ora inizi a comprendere le cose della vita. Riguardo il tuo scritto mi è piaciuto il parallelismo con le farfalle, una buonissima idea.