18 marzo, 2010

Reminiscenze letterarie

"Quando il rusignuolo entro le foglie dà amore e ne chiede e ne prende e move il suo canto allegro e giocondo e spesso riguarda la sua compagna e i ruscelli son chiari e i prati son vaghi, allora, pe 'l novello placere che regna nel mondo, gran gioia vienmisi a posare nel cuore.
Assai ho intorno a me insegnatori del canto, prati e verzieri, alberi e fiori, trilli e lai d'uccelli per mezzo a dolce stagione soave. Quando il ruscello scaturendo di fonte schiarisce e apparisce il fiore della rosa selvatica e il rusignuolo tra i rami modula e ripete e splana e affina il dolce suo canto, è ragione che anch'io ripigli il cantar mio".

10 marzo, 2010

Titolo: "Girano soli"

Il mio romanzo in 10 parole (forse anche meno):

"Girasoli rimasti senza soli verso cui girarsi ".

03 marzo, 2010

Volere volare

"Nobody ever told me
I could fly.
Nobody ever promised
I won't die.
Yet without wings
I flew.
And now without regret
For promises unkept
For things undone
Now without much pain
I feel like flying yet...again".

"Nessuno mi ha detto "Volerai".
Nessuno mi ha promesso "Non morirai".
Eppur senz' ali ho già volato tanto
ed ora senza alcun rimpianto
di promesse mancate,
di cose incompiute,
senza pena aggiunta o tolta,
mi preparo a volare un' altra volta".

01 marzo, 2010

Un pensiero foglia

Le giornate ventose sono sicuramente le mie preferite, forse perchè mi piace credere che il vento altro non sia che un respiro profondo della Natura o magari uno strano mezzo di comunicazione per bisbigliare qualcosa a qualcuno che ahimè, spesso, non è in grado di capire. Venerdì il vento qui in città era freddo, rumoroso, fastidioso, invadente, sollevava le foglie morte, come prendendole per mano le invitava a ballare in cerchio contro la loro volontà, veloci sempre di più, componendo buffe danze popolari e mulinelli. Alzava le gonne, scompigliava i capelli, confondeva le parole offuscando la vista...Già, il vento confonde: sarà per questo che mi piace così tanto? Ho pensato, camminando veloce insieme a lui, a come sarebbe stato bello se quel sibilo fosse improvvisamente stato portatore di un messaggio, si insomma è più facile da immaginare che da spiegare, se anzichè sentire un fischio stonato fossero giunte alle mie orecchie parole comprensibili, sussurrate ma comprensibili. Quanto ci si sentirebbe meno soli se questo potesse realmente accadere, quanto sarebbe piacevole camminare in compagnia del pensiero di qualcuno che in quel momento ti ricorda o ti pensa magari sorridendo, ma anche no. Preferirei il frastuono dei pensieri a quello delle auto ed il respiro della natura a quello dei tubi di scappamento. Ognuno con il suo messaggio, ad afferrare foglie come lettere spedite da chissà chi, che cadono dal cielo sulla testa del destinatario: chiudo gli occhi e mi sembra di vedere ciò che sto solo scrivendo, con una nitidezza di immagini che un po' mi spaventa. A volte basterebbe sapere di essere pensati anche solo un attimo per rendere una giornata migliore. Un raggio di sole per un sorriso, una goccia di pioggia per una lacrima, una foglia per un pensiero.