Le giornate ventose sono sicuramente le mie preferite, forse perchè mi piace credere che il vento altro non sia che un respiro profondo della Natura o magari uno strano mezzo di comunicazione per bisbigliare qualcosa a qualcuno che ahimè, spesso, non è in grado di capire. Venerdì il vento qui in città era freddo, rumoroso, fastidioso, invadente, sollevava le foglie morte, come prendendole per mano le invitava a ballare in cerchio contro la loro volontà, veloci sempre di più, componendo buffe danze popolari e mulinelli. Alzava le gonne, scompigliava i capelli, confondeva le parole offuscando la vista...Già, il vento confonde: sarà per questo che mi piace così tanto? Ho pensato, camminando veloce insieme a lui, a come sarebbe stato bello se quel sibilo fosse improvvisamente stato portatore di un messaggio, si insomma è più facile da immaginare che da spiegare, se anzichè sentire un fischio stonato fossero giunte alle mie orecchie parole comprensibili, sussurrate ma comprensibili. Quanto ci si sentirebbe meno soli se questo potesse realmente accadere, quanto sarebbe piacevole camminare in compagnia del pensiero di qualcuno che in quel momento ti ricorda o ti pensa magari sorridendo, ma anche no. Preferirei il frastuono dei pensieri a quello delle auto ed il respiro della natura a quello dei tubi di scappamento. Ognuno con il suo messaggio, ad afferrare foglie come lettere spedite da chissà chi, che cadono dal cielo sulla testa del destinatario: chiudo gli occhi e mi sembra di vedere ciò che sto solo scrivendo, con una nitidezza di immagini che un po' mi spaventa. A volte basterebbe sapere di essere pensati anche solo un attimo per rendere una giornata migliore. Un raggio di sole per un sorriso, una goccia di pioggia per una lacrima, una foglia per un pensiero.
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