13 dicembre, 2009

Un angelo caduto

Chi ben comincia...Quest'anno sono stata tutt'altro che puntuale e solo oggi posso declamare a gran voce "Habemus albero". E' lì dov'è tutti gli anni, in un angolo del salotto, con la sua punta di vetro soffiato, le sue palline bizzarre, un grasso passerotto di lana cotta appollaiato su un ramo, come ultimo arrivato, insomma a parte questo nulla è cambiato dall' anno scorso. Il mio alberello è un abitudinario, un caotico abitudinario, che non segue le mode ma sottosta solo al mio estro più o meno gradevole. Ovviamente qualcosa però doveva succedere durante il suo allestimento, perchè "facile" e "normale" non sono parole di uso comune da queste parti e non mi piacciono neanche più un granchè a pensarci bene. Affronto da sola la "Missione Albero di Natale": svuoto lo scatolone ancora un po' impolverato e sistemo i tre mezzi tronchi (naturalmente artificiali) sul parquet, mi tiro su le maniche della felpa e apro il trepiedi un tantino arrugginito ma ancora robusto ed in grado di sorreggere rami e decorazioni e mi preparo per la fase 2: infilare con forza il primo "tratto" insomma la A, a seguire BE ed infine TE. Modestamente sono abbastanza tosta da sollevare ed issare, abbastanza forzutella per inserire il tubo metallico nell' apposito foro e...voilà...adesso non mi resta che aprire pazientemente, uno per uno, i ramoscelli, stando attenta all' effetto "diserbante": la caduta accidentale degli aghetti posticci al solo tocco. Lo guardo, ci giro intorno e con in mano il secondo tratto mi preparo per la fase 3: BE. Che fatica! Pesa stranamente più di A, qualcosa non mi convince. Prendo le distanze da quell' ammasso verde e mi rendo ben presto conto che il mio albero o è un mutante, che va allargandosi anzichè restringendosi, oppure ho montato i tronchi al contrario. Lo ribalto ed inizio a pensare a qualcuno che mi ha fatto arrabbiare ma tanto, ma tanto, ma tanto, a tal punto da permettermi di applicare tutte le mie forze nello sfilare quei tubi metallici così ben conficcati poco prima. Punizione divina, i rami li ho sfilati ma il trepiedi ha pensato bene di scontrarsi con la mia fronte...che dolore!!! Con una scatola di Sofficini tra le mani, per evitare il bernoccolo, ho pensato "Iniziamo bene". Mi ci è voluto non un secondo ma un terzo tentativo per riuscire ad avere una cima ed una base, per ricordarmi insomma com' è fatto in natura un abete senza bisogno di sfogliare il mio vecchio libro di Botanica e cercare di ricrearlo in salotto. Esausta ancor prima di incominciare. Le palline sono ancora intatte, belle, scintillanti, le saluto di anno in anno scusandomi anticipatamente con loro per eventuali incidenti di percorso che magari accadranno mio malgrado, sono una che spesso "le palle le rompe" e anche tanto, pur non volendo. Mi avvicino con la prima "bolla di sapone", incolore, attraverso la quale ci puoi vedere ciò che vuoi, immaginare qualcosa che non è, ingrandire all' improvviso qualcosa di lontano e divenuto tristemente piccolo piccolo, quasi invisibile. Inutile dire che è la mia preferita, che riservo per lei un posto d' onore, che è la prima, la star, la regina delle palline, quella a cui non servono tanti fronzoli per essere speciale, è naturalmente bella. Nello stringere il nodo del cordoncino dorato che la tiene sospesa avverto uno strano tintinnio, la presenza di qualcosa che non dovrebbe ancora esserci, giro intorno al mio albero ancora una volta ed ecco un piccolo angioletto di vetro, già appeso, molto probabilmente dimenticato lì dal Natale passato. Lo guardo meglio e, ahimè, ha un' ala mozza, deve averla persa nel tragitto casa-cantina 12 mesi fa. Prima la rivolta del trepiedi, adesso l' angioletto disabile...ma che tristezza! Ora sorrido ma quell' angioletto mi ha fatto pensare, non sapete quanto. E' imperfetto, non brilla più, cerca un nascondiglio tra i rami per non rendere sgradevole il contesto, è solo ma certamente non solitario, spera in qualche modo di essere sfiorato per vibrare ancora. Adesso è vicino alla star, ci si specchia dentro e si vede bellissimo, con due ali simmetriche e spiegate, lui che infondo non è altro che un angelo...caduto.

2 commenti:

Io con me e me stessa ha detto...

Avrei proprio voluto vederti con la scatola di sofficini in fronte ;)

Clorophilla ha detto...

Ehm ehm...devo dire che mi donava...ci penserò per l' acconciatura del veglione !!! :D e un bacio!!!