Ore 13,35, treno Eurocity Bressanone-Verona, posto n° 35, lato finestrino. Non so esattamente dove mi trovi in questo momento, probabilmente nei pressi di uno sperduto paesino in mezzo alle montagne, dal nome incomprensibile e rigorosamente in tedesco, quello che so è che la mia incontrollabile voglia di scrivere, unita alla presunzione che tutto ciò verrà poi letto con interesse da qualcuno, mi ha spinta ad ingeniarmi creando con la custodia di cartoncino dei biglietti, uno splendido ed accogliente foglio bianco. Finisce qui il magico week-end alla scoperta dei mercatini di Natale in Trentino Alto Adige, un'esperienza indimenticabile che consiglio a chi voglia assaporare lo spirito delle feste legato alle vecchie tradizioni, quelle più antiche, sane, genuine. Il mio cuore ha iniziato ad accelerare insieme al treno quando, venerdì mattina, dopo un ' interminabile galleria, sono giunta a Bolzano: a ricoprire la cittadina, ancora assonnata, un soffice manto di neve, con naso e mani schiacciati contro il finestrino, quasi questo servisse a vedere meglio, mi sono resa conto di come la neve, semplice acqua condensata, riesca a rendere ogni cosa speciale: una panchina, una ruota, persino un sasso. La locomotiva correva sbuffando e all' improvviso l' annuncio dell' arrivo a Brixen, luogo prescelto come "campo base". Accogliente ed originale l' albergo, due curiosità: una mela rossa appoggiata sul cuscino ed una sorta di polvere color segatura al posto della saponetta, emulsionata con acqua la poltiglia dall' odore nauseante ha reso la mia pelle, ogni mattina, più morbida e luminosa, ma sarà stata la segatura o la mia serenità che, alla partenza, avevo ben riposto in valigia tra una dolcevita nera ed un paio di calzettoni viola? Dal mio diario di bordo...Venerdì: il mercatino di Brixen. In piazza del Duomo tante casette di legno, ordinate, l' una vicino all' altra, abitate non da folletti ma da persone originali, infreddolite, ma desiderose di mostrare a noi turisti curiosi le loro specialità dolciarie o delle vere e proprie "opere d' arte": dalle babbucce in lana cotta, alle sfavillanti palline multicolore in vetro soffiato. Al centro della piazza una giostrina vecchio stile. Nessuno sembrava patire i gradi sotto lo zero perchè ci si scaldava bene con una fragorosa risata ed una fumante tazza di vin brulè (mamma mia quante tazze ne ho bevuto e ... quante risate ... hic !). Sabato: Bolzano. E' sicuramente la cittadina con il mercatino più grande che abbia visitato, qui oltre alle casette, anche un modesto palco in legno sul quale si sono esibiti buffi suonatori di corno, in costume tipico regionale ed una coppietta fisarmonica/arpa. Domenica: Brunico e Vipiteno. A Brunico non ero mai stata ed in merito al suo mercatino non nutrivo certo grosse aspettative, mi sono dovuta ricredere e poi, in una tipica osteria, lungo la via principale, ho assaggiato per la prima volta i famosi "canederli" agli spinaci con crema di formaggio e la zuppa alla birra con crostini di pane alla cannella. Che poi il "canederlo" di per sè è un impasto con ingredienti diversi a seconda della fantasia del cuoco ma, sempre e rigorosamente, dalla forma sferica. Vipiteno con la sua torre dell' orologio illuminata fino in cima è stata l' ultima tappa, degna conclusione di un viaggio da ricordare. Ho lasciato Brixen a mezzogiorno sotto un' abbondante nevicata, con due borse di pensierini natalizi per amici e parenti ed uno strudel di quasi un metro sotto il braccio, acquistato da Mr. Fink, proprietario della più famosa ed antica pasticceria della città nonchè curioso e tipico personaggio tirolese con cui ho avuto subito un certo feeling. Quel dolce così prelibato, ancora caldo e profumato, sta viaggiando qui al mio fianco, lo tratto con cura e lo tengo in braccio come un neonato tant'è che un signore inglese, incrociato pocanzi nel corridoio, mi ha guardato sorridendo ed ha esclamato "Your baby?" ed io prontamente gli ho risposto "No, my strudel !". Ecco sto tornando a casa, con la neve negli occhi e il calore del profumato vin brulè nel cuore.
02 dicembre, 2008
Dankeschön Mr. Fink
Ore 13,35, treno Eurocity Bressanone-Verona, posto n° 35, lato finestrino. Non so esattamente dove mi trovi in questo momento, probabilmente nei pressi di uno sperduto paesino in mezzo alle montagne, dal nome incomprensibile e rigorosamente in tedesco, quello che so è che la mia incontrollabile voglia di scrivere, unita alla presunzione che tutto ciò verrà poi letto con interesse da qualcuno, mi ha spinta ad ingeniarmi creando con la custodia di cartoncino dei biglietti, uno splendido ed accogliente foglio bianco. Finisce qui il magico week-end alla scoperta dei mercatini di Natale in Trentino Alto Adige, un'esperienza indimenticabile che consiglio a chi voglia assaporare lo spirito delle feste legato alle vecchie tradizioni, quelle più antiche, sane, genuine. Il mio cuore ha iniziato ad accelerare insieme al treno quando, venerdì mattina, dopo un ' interminabile galleria, sono giunta a Bolzano: a ricoprire la cittadina, ancora assonnata, un soffice manto di neve, con naso e mani schiacciati contro il finestrino, quasi questo servisse a vedere meglio, mi sono resa conto di come la neve, semplice acqua condensata, riesca a rendere ogni cosa speciale: una panchina, una ruota, persino un sasso. La locomotiva correva sbuffando e all' improvviso l' annuncio dell' arrivo a Brixen, luogo prescelto come "campo base". Accogliente ed originale l' albergo, due curiosità: una mela rossa appoggiata sul cuscino ed una sorta di polvere color segatura al posto della saponetta, emulsionata con acqua la poltiglia dall' odore nauseante ha reso la mia pelle, ogni mattina, più morbida e luminosa, ma sarà stata la segatura o la mia serenità che, alla partenza, avevo ben riposto in valigia tra una dolcevita nera ed un paio di calzettoni viola? Dal mio diario di bordo...Venerdì: il mercatino di Brixen. In piazza del Duomo tante casette di legno, ordinate, l' una vicino all' altra, abitate non da folletti ma da persone originali, infreddolite, ma desiderose di mostrare a noi turisti curiosi le loro specialità dolciarie o delle vere e proprie "opere d' arte": dalle babbucce in lana cotta, alle sfavillanti palline multicolore in vetro soffiato. Al centro della piazza una giostrina vecchio stile. Nessuno sembrava patire i gradi sotto lo zero perchè ci si scaldava bene con una fragorosa risata ed una fumante tazza di vin brulè (mamma mia quante tazze ne ho bevuto e ... quante risate ... hic !). Sabato: Bolzano. E' sicuramente la cittadina con il mercatino più grande che abbia visitato, qui oltre alle casette, anche un modesto palco in legno sul quale si sono esibiti buffi suonatori di corno, in costume tipico regionale ed una coppietta fisarmonica/arpa. Domenica: Brunico e Vipiteno. A Brunico non ero mai stata ed in merito al suo mercatino non nutrivo certo grosse aspettative, mi sono dovuta ricredere e poi, in una tipica osteria, lungo la via principale, ho assaggiato per la prima volta i famosi "canederli" agli spinaci con crema di formaggio e la zuppa alla birra con crostini di pane alla cannella. Che poi il "canederlo" di per sè è un impasto con ingredienti diversi a seconda della fantasia del cuoco ma, sempre e rigorosamente, dalla forma sferica. Vipiteno con la sua torre dell' orologio illuminata fino in cima è stata l' ultima tappa, degna conclusione di un viaggio da ricordare. Ho lasciato Brixen a mezzogiorno sotto un' abbondante nevicata, con due borse di pensierini natalizi per amici e parenti ed uno strudel di quasi un metro sotto il braccio, acquistato da Mr. Fink, proprietario della più famosa ed antica pasticceria della città nonchè curioso e tipico personaggio tirolese con cui ho avuto subito un certo feeling. Quel dolce così prelibato, ancora caldo e profumato, sta viaggiando qui al mio fianco, lo tratto con cura e lo tengo in braccio come un neonato tant'è che un signore inglese, incrociato pocanzi nel corridoio, mi ha guardato sorridendo ed ha esclamato "Your baby?" ed io prontamente gli ho risposto "No, my strudel !". Ecco sto tornando a casa, con la neve negli occhi e il calore del profumato vin brulè nel cuore.
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4 commenti:
Come ho già fatto alte volte, ammetto di non sopportare la neve. Troppi disagi, troppo freddo, troppa luce riflessa .. non fa per me!
No sono mai stata ai mercatini di Natale, ma non molto tempo fa sono stata a Bolzano e Merano: belle, belle!
E che dire dei canederli agli spinaci con crema di formaggio? Ti posso capire benissimo, sono una bontà (così come il gulasch con le patate)!
PS ben tornata, ti stavo già dando per dispersa :)
Dispersa??!!!Maiiii!!!Ben ritrovata mia cara, bello il post sull'amore che mi accingo a commentare...:D
io da buona sarda, ho un certo timore reverenziale della neve, non che non mi piaccia, mi incuriosisce, ma ne ho un paura, sarà per l'idea di freddo intenso che se ha... non lo so, so solo che sono contenta di non abitare in un posto dove nevichi, però avendo dei cari amici che abitano a Bolzano ( il Fratell di Trattalia con la moglie e la bellissima Bambina) sento spesso parlare di mercatini di Natale, e non hai idea della curiosità, il tuo post poi bellissimo come sempre, mi ha proprio messo voglia di andare a vedere, poi questo periodo che posso mangiare solo cibi no solidi non sai che fame di cose nuove, come si chiama quella specialità canederli??come si preparano corro a cercare la ricetta che fame!! un bacio,ancora complimenti per il bellissimo post...
Sempre carina anche la mia amica Cale nè?!:D
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