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31 gennaio, 2009
Gennaio
Gennaio: ci si stupisce se fa freddo, se per trovare un po' di calore non solo ci vogliano un maglione sopra l' altro ma a volte occorra addirittura raggomitolarsi a scrivere vicino ad un termosifone, in ghisa, possibilmente quello con più elementi, lontano da spifferi e finestre. Ma è inverno ed è tutto noiosamente normale: un pallido sole mattutino, che ci fa intravvedere uno scorcio di primavera, offuscato solo poche ore dopo da una grigia nuvola smossa da un forte vento e nell' aria di nuovo profumo di neve. Il primo mese dell' anno, quello che con coraggio apre le porte e con aria di sfida ci guarda domandandoci "E adesso che fai?", termina oggi, portando con sè buoni e cattivi propositi andati più o meno a buon fine. E' ancora piuttosto vivo il ricordo dei giorni di vacanza trascorsi al mare e permettetemi: chi afferma che il mare d'inverno sia triste forse e perchè non ne ha ancora assaporato a pieno la magia !Sugli scogli ho abbozzato le tappe, ho cercato di mettere da parte i vecchi rancori e provare a ricucire un qualcosa che si era tristemente lacerato, mi sono creata la personalissima filosofia del "voglio vivere così" senza sapere poi esattamente come e , con sguardo ottimista, ho scrutato l' orizzonte. Gli imprevisti sono però all' ordine del giorno e non è proprio andata come avrei voluto...Poi la perdita di S. mi ha reso fragile ed insicura, nella seconda metà del mese, con la paura di non riuscire ad stare sufficientemente vicina a Roby. Per non perdere il vizio di fantasticare mi sono buttata in una nuova impresa, di cui non voglio ancora parlare un po' per scaramanzia che è riuscita anche a consolidare i miei concetti di amicizia, stima e collaborazione, insomma un "Noi ci crediamo" piuttosto caloroso. E domani arriverà febbraio.
25 gennaio, 2009
Chi mi conosce
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Chi mi conosce sa che ho una memoria infallibile e non riesco a dimenticare nè gioie nè dolori.
Chi mi conosce sa che vinco alla Wii soprattutto quando sono arrabbiata perchè agito il telecomando come una sciabola.
Chi mi conosce sa che non mi vendico quasi mai per un torto subìto ma aspetto che la delusione passi mettendo da parte orgoglio e rancore.
Chi mi conosce sa che non cucino ma scongelo e non mi importa di mischiare il dolce al salato perchè infondo anche la vita è un gran miscuglio di sapori ed aromi.
Chi mi conosce sa che una delle mie qualità più apprezzate è l' autoironia e la consapevolezza di non essere poi così speciale.
Chi mi conosce sa quanto sia difficile resistere alle tentazioni: da due sole dita nella Nutella a leccarmi tutto il barattolo.
Chi mi conosce sa che a volte deve sopportare la mia ingenuità ed immaturità perchè spesso mi dimentico di avere 34 rimpiangendo i miei 20.
Chi mi conosce sa che il mio profumo alla vaniglia serve per smorzare i tratti un po' ruvidi del mio carattere e a volte del mio volto non austero o presuntuoso ma spesso solo assente.
Chi mi conosce sa che preferisco l' odio all' indifferenza e un "non c'è più" ad un "non c'è mai stato".
Chi mi conosce sa che "sotto sotto" cerco di vivere ogni giorno a colori e che il nero soltanto in certi casi è il mio preferito.
Chi mi conosce sa che sono logorroica e paranoica ma forse per una continua e disperata ricerca di conferme.
Chi mi conosce sa che l' impulsività è più veloce della riflessione che ahimè tarda sempre ad arrivare ma una volta giunta mi conduce spesso al pentimento.
Chi mi conosce sa che nonostante tutto non perdo mai le speranze.
Chi non mi conosce tutto ciò che sono non lo può sapere !
Un passo indietro
Un passo indietro ed io già so di avere torto e non ho più le parole che muovano il sole
Un passo avanti e il cielo è blue e tutto il resto non pesa più come queste tue parole che si muovono sole
Come sempre sei nell’aria sei tu aria vuoi e mi uccidi
Come sempre sei nell’aria sei tu aria dai e mi uccidi
Tu come aria in vena sei
Un passo indietro ed ora tu, tu non ridi più e tra le mani aria stringi e non trovi le parole e ci riprovi ancora a muovermi il sole
Ancora un passo un altro ancora
Un passo avanti ed ora io, io non parlo più e tra le mani, mani stringo a che servon le parole amore dai, dai, dai muovimi il sole
Perchè sei nell’aria sei tu che aria vuoi ma che aria dai se poi mi uccidi
Tu che aria sei ma che aria vuoi tu che aria dai se poi mi uccidi tu come aria in vena sei
Un passo indietro ed io
Un passo avanti e tu
Un passo avanti e noi, noi, noi
Un passo avanti e il cielo è blue e tutto il resto non pesa più come queste tue parole che si muovono sole
Come sempre sei nell’aria sei tu aria vuoi e mi uccidi
Come sempre sei nell’aria sei tu aria dai e mi uccidi
Tu come aria in vena sei
Un passo indietro ed ora tu, tu non ridi più e tra le mani aria stringi e non trovi le parole e ci riprovi ancora a muovermi il sole
Ancora un passo un altro ancora
Un passo avanti ed ora io, io non parlo più e tra le mani, mani stringo a che servon le parole amore dai, dai, dai muovimi il sole
Perchè sei nell’aria sei tu che aria vuoi ma che aria dai se poi mi uccidi
Tu che aria sei ma che aria vuoi tu che aria dai se poi mi uccidi tu come aria in vena sei
Un passo indietro ed io
Un passo avanti e tu
Un passo avanti e noi, noi, noi
21 gennaio, 2009
Sogni
Sarà il toast doppio formaggio un po' bruciacchiato in superficie, sarà il bicchierone di latte versato dal cartoccio al bicchiere e sorseggiato con calma o magari la telefonata gioiosa di una delle amiche più care: l' assenza di Ste, in viaggio per lavoro, è quasi sopportabile ed il tempo anche stasera scorre, lentamente, ma scorre. Tra poco andrò ad infilarmi nel mio bozzolo di coperte e così in un batter d'occhio sarà già mattina. Vorrei sognare qualcosa di divertente come ad esempio di rotolarmi nella neve e riuscire a non sentire freddo, o nuotare per ore e ore partendo dalla Liguria raggiungendo la Corsica in un battibaleno senza affaticarmi e respirando sott'acqua come in superficie, costruire una casa su un albero e parlare con gli animali...quanti sogni, non credo di riuscire a farli tutti in una notte! Forse chi pensa che io sia matta non ha poi tutti i torti e chi si è allontanato si è messo in salvo da un possibile contagio. Brrr brivido di freddo, soffio di gelo...Scccc...Buonanotte!
Tombola
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19 gennaio, 2009
Rose bianche
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Ed allora ciao piccola, soffre chi resta tu non più !
18 gennaio, 2009
007 licenza di...scrivere
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Qualcuno scrisse...
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16 gennaio, 2009
S.
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11 gennaio, 2009
Mosaico
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Oggi sì, domani ma...
Natale 2008 - La fase finale. Stamattina, con un incredibile ritardo sulla tabella di marcia (generalmente la data fissata per questo genere di cose è il 6 gennaio), ho riposto albero ed addobbi natalizi. Le feste, per fortuna, sono davvero finite. Niente più corse frenetiche da una tavolata imbandita all'altra, niente più auguri di circostanza, niente più messaggi poco originali o poco graditi, a volte rimasti addirittura senza una risposta. Diciamoci la verità: è proprio necessario aspettare che arrivi il Natale per essere più buoni o più gentili o più affettuosi con il prossimo, insomma il sette gennaio, come per magia, svanisce l' incantesimo e si torna i "bastardi" di sempre ?! Perchè non sperimentare allora la teoria "E se fosse Natale tutti giorni?". Comunque basta con la polemica, fonte di disillusione per chi nel Natale crede fortemente e concentra la sua felicità giusto in quei quindici giorni, tutto sommato è passato: tranquillamente, serenamente ma soprattutto..velocemente !
Tappe salienti dell' "avvenimento": la vigilia trascorsa per la maggior parte in ufficio con i colleghi non a brindare ma a lavorare, esattamente come se fosse un mercoledì qualsiasi ed alle 19,30 di corsa dai miei, a gustare la prima abbuffata prevista e l' intimità di una famiglia che, per ritrovarsi, non aspetta certo il Natale. Il regalo più bello? Sicuramente il sorriso ingenuo, pulito, semplice, spontaneo, inaspettato del piccolo Giacomo. Sono i bambini che ormai ci insegnano a diventare "grandi" e non viceversa. Il 25 alle 7,30 ero in una piccola chiesa del centro città, seduta in un altrattanto piccolo banco, infreddolita fuori ma meravigliosamente calda dentro. Il nonno violinista anche quest'anno ha suonato durante la Messa di Natale per le sue "Rosine". Sicuro, deciso, il suo archetto non ha sbagliato una nota e, per la commozione, dai miei occhi scendeva una piccola lacrima. Non era il maestro novant'enne un po' sordo ed assente ma il ragazzo del conservatorio che dimostra alla platea tutto il suo talento. E' stato bello esserci anche quest'anno, davvero molto bello. Il resto è tradizione: il pranzo al ristorante, lo scambio dei regali, il thè caldo della sera. Il 31 ancora in ufficio trepidante nell' attesa di rientrare a casa e preparare una bella tavolata pronta ad accogliere gli amici, i più cari, quelli di sempre, quelli che, se ci pensi, senza di loro non vorresti festeggiare in nessun altro modo, in nessun altro luogo, insomma gli amici che ti fanno stare bene anche quando proprio così bene non stai. Mangiare, bere, ridere e scoprire che fra tutti loro, tutti loro che conosci ormai da anni e anni, c'è ancora qualcuno che riesce a meravigliarti, a stupirti, a fare in modo che ancora ci sia di lui qualcosa da scoprire. Bello e divertente vederli sorridere, prendermi in giro, sentendomi raccontare i miei episodi strampalati: il salvataggio di un piccione ferito piuttosto che la difficile scelta di un cappottino per Cabì, cagnolina molto freddolosa ma ahimè anche molto sovrappeso. Le loro risate fragorose salivano a poco a poco, durante la serata, come bollicine in una bottiglia di prezioso champagne. E così -3, -2, -1...Il 2009 è già arrivato. Il resto scorre come le parole che alle 9 del giorno dopo ho sentito il bisogno di scrivere. Qualcosa per me è cambiato e non si tratta soltanto di un numero in una data.Adesso ho ancor di più la necessità di comunicare, di non dare nulla per scontato, di arrivare dove forse ancora non ero arrivata e non m' importa il condiviso o non condiviso, il detto o il non detto, l' avere in cambio attenzione o indifferenza, io "scusa ma te lo devo dire".Ecco come l'anno è iniziato ma anche come proseguirà. Oggi ci sono, domani chissà.
Tappe salienti dell' "avvenimento": la vigilia trascorsa per la maggior parte in ufficio con i colleghi non a brindare ma a lavorare, esattamente come se fosse un mercoledì qualsiasi ed alle 19,30 di corsa dai miei, a gustare la prima abbuffata prevista e l' intimità di una famiglia che, per ritrovarsi, non aspetta certo il Natale. Il regalo più bello? Sicuramente il sorriso ingenuo, pulito, semplice, spontaneo, inaspettato del piccolo Giacomo. Sono i bambini che ormai ci insegnano a diventare "grandi" e non viceversa. Il 25 alle 7,30 ero in una piccola chiesa del centro città, seduta in un altrattanto piccolo banco, infreddolita fuori ma meravigliosamente calda dentro. Il nonno violinista anche quest'anno ha suonato durante la Messa di Natale per le sue "Rosine". Sicuro, deciso, il suo archetto non ha sbagliato una nota e, per la commozione, dai miei occhi scendeva una piccola lacrima. Non era il maestro novant'enne un po' sordo ed assente ma il ragazzo del conservatorio che dimostra alla platea tutto il suo talento. E' stato bello esserci anche quest'anno, davvero molto bello. Il resto è tradizione: il pranzo al ristorante, lo scambio dei regali, il thè caldo della sera. Il 31 ancora in ufficio trepidante nell' attesa di rientrare a casa e preparare una bella tavolata pronta ad accogliere gli amici, i più cari, quelli di sempre, quelli che, se ci pensi, senza di loro non vorresti festeggiare in nessun altro modo, in nessun altro luogo, insomma gli amici che ti fanno stare bene anche quando proprio così bene non stai. Mangiare, bere, ridere e scoprire che fra tutti loro, tutti loro che conosci ormai da anni e anni, c'è ancora qualcuno che riesce a meravigliarti, a stupirti, a fare in modo che ancora ci sia di lui qualcosa da scoprire. Bello e divertente vederli sorridere, prendermi in giro, sentendomi raccontare i miei episodi strampalati: il salvataggio di un piccione ferito piuttosto che la difficile scelta di un cappottino per Cabì, cagnolina molto freddolosa ma ahimè anche molto sovrappeso. Le loro risate fragorose salivano a poco a poco, durante la serata, come bollicine in una bottiglia di prezioso champagne. E così -3, -2, -1...Il 2009 è già arrivato. Il resto scorre come le parole che alle 9 del giorno dopo ho sentito il bisogno di scrivere. Qualcosa per me è cambiato e non si tratta soltanto di un numero in una data.Adesso ho ancor di più la necessità di comunicare, di non dare nulla per scontato, di arrivare dove forse ancora non ero arrivata e non m' importa il condiviso o non condiviso, il detto o il non detto, l' avere in cambio attenzione o indifferenza, io "scusa ma te lo devo dire".Ecco come l'anno è iniziato ma anche come proseguirà. Oggi ci sono, domani chissà.
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