Natale 2008 - La fase finale. Stamattina, con un incredibile ritardo sulla tabella di marcia (generalmente la data fissata per questo genere di cose è il 6 gennaio), ho riposto albero ed addobbi natalizi. Le feste, per fortuna, sono davvero finite. Niente più corse frenetiche da una tavolata imbandita all'altra, niente più auguri di circostanza, niente più messaggi poco originali o poco graditi, a volte rimasti addirittura senza una risposta. Diciamoci la verità: è proprio necessario aspettare che arrivi il Natale per essere più buoni o più gentili o più affettuosi con il prossimo, insomma il sette gennaio, come per magia, svanisce l' incantesimo e si torna i "bastardi" di sempre ?! Perchè non sperimentare allora la teoria "E se fosse Natale tutti giorni?". Comunque basta con la polemica, fonte di disillusione per chi nel Natale crede fortemente e concentra la sua felicità giusto in quei quindici giorni, tutto sommato è passato: tranquillamente, serenamente ma soprattutto..velocemente !
Tappe salienti dell' "avvenimento": la vigilia trascorsa per la maggior parte in ufficio con i colleghi non a brindare ma a lavorare, esattamente come se fosse un mercoledì qualsiasi ed alle 19,30 di corsa dai miei, a gustare la prima abbuffata prevista e l' intimità di una famiglia che, per ritrovarsi, non aspetta certo il Natale. Il regalo più bello? Sicuramente il sorriso ingenuo, pulito, semplice, spontaneo, inaspettato del piccolo Giacomo. Sono i bambini che ormai ci insegnano a diventare "grandi" e non viceversa. Il 25 alle 7,30 ero in una piccola chiesa del centro città, seduta in un altrattanto piccolo banco, infreddolita fuori ma meravigliosamente calda dentro. Il nonno violinista anche quest'anno ha suonato durante la Messa di Natale per le sue "Rosine". Sicuro, deciso, il suo archetto non ha sbagliato una nota e, per la commozione, dai miei occhi scendeva una piccola lacrima. Non era il maestro novant'enne un po' sordo ed assente ma il ragazzo del conservatorio che dimostra alla platea tutto il suo talento. E' stato bello esserci anche quest'anno, davvero molto bello. Il resto è tradizione: il pranzo al ristorante, lo scambio dei regali, il thè caldo della sera. Il 31 ancora in ufficio trepidante nell' attesa di rientrare a casa e preparare una bella tavolata pronta ad accogliere gli amici, i più cari, quelli di sempre, quelli che, se ci pensi, senza di loro non vorresti festeggiare in nessun altro modo, in nessun altro luogo, insomma gli amici che ti fanno stare bene anche quando proprio così bene non stai. Mangiare, bere, ridere e scoprire che fra tutti loro, tutti loro che conosci ormai da anni e anni, c'è ancora qualcuno che riesce a meravigliarti, a stupirti, a fare in modo che ancora ci sia di lui qualcosa da scoprire. Bello e divertente vederli sorridere, prendermi in giro, sentendomi raccontare i miei episodi strampalati: il salvataggio di un piccione ferito piuttosto che la difficile scelta di un cappottino per Cabì, cagnolina molto freddolosa ma ahimè anche molto sovrappeso. Le loro risate fragorose salivano a poco a poco, durante la serata, come bollicine in una bottiglia di prezioso champagne. E così -3, -2, -1...Il 2009 è già arrivato. Il resto scorre come le parole che alle 9 del giorno dopo ho sentito il bisogno di scrivere. Qualcosa per me è cambiato e non si tratta soltanto di un numero in una data.Adesso ho ancor di più la necessità di comunicare, di non dare nulla per scontato, di arrivare dove forse ancora non ero arrivata e non m' importa il condiviso o non condiviso, il detto o il non detto, l' avere in cambio attenzione o indifferenza, io "scusa ma te lo devo dire".Ecco come l'anno è iniziato ma anche come proseguirà. Oggi ci sono, domani chissà.
1 commento:
Non bisogna lasciare nulla di incompiuto alle ns spalle. Bisogna dire, bisogna guardare, osservare, parlare. Sorridere se necessario e urlare anche se sbagliato.
L'importante è che ci c'è di fronte a noi abbia buone orecchie per ascoltarci, buone spalle su cui appoggiarci e un buon cuore per amarci.
Buon anno mia cara Clo!
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