20 novembre, 2010
16 ottobre, 2010
Buon Compleanno
26 settembre, 2010
18 settembre, 2010
08 settembre, 2010
Ovunque sei
06 settembre, 2010
Noi ragazzi dello zoo di Torino
27 agosto, 2010
Fotografia di un blog in un blog di fotografia
21 agosto, 2010
Un ramarro dal cuore grande
05 agosto, 2010
Il calzino spaiato
21 luglio, 2010
19 luglio, 2010
01 luglio, 2010
L' uomo che abbracciava gli alberi
"Sono nipote di un uomo che, presentendo che la morte lo attendeva all’ospedale dove lo stavano portando, scese nell’orto e andò a dire addio agli alberi che aveva piantato e curato, piangendo e abbracciando ognuno di essi, come se di esseri amati si fosse trattato. Quell’uomo era un semplice pastore, un contadino analfabeta, non un intellettuale, non un artista, non una persona colta e sofisticata che decideva di lasciare questo mondo con un grande gesto che la posterità avrebbe ricordato. Si sarebbe detto che stava salutando ciò che fino a quel momento era stato di sua proprietà, ma di sua proprietà erano anche gli animali che gli davano da vivere e lui non andò da loro per salutarli. Si accomiatò dalla famiglia e dagli alberi come se per lui fosse stato tutto la sua famiglia.
Questo episodio è accaduto, è reale, non è frutto della mia immaginazione. In tanti anni, non avevo mai sentito uscire dalla bocca di mio nonno parola alcuna sugli alberi in generale, e su quelli in particolare, che non fosse motivata da ragioni pratiche. Inoltre, non avrei potuto immaginare, nessuno avrebbe potuto immaginarlo, che l’ultima manifestazione cosciente della personalità del vecchio uomo avrebbe toccato la linea del sublime. Eppure accadde.
Non saprò mai cosa mosse lo spirito di mio nonno in quell’ora estrema, cosa pensò e provò, quale chiamata urgente guidò i suoi passi insicuri fino agli alberi che lo aspettavano. Forse sapeva che gli alberi non possono muoversi, che sono legati alla terra dalle radici e che da queste non possono separarsi, se non per morire. Nel fondo del suo cuore, forse mio nonno sapeva, di un sapere misterioso, difficile da esprimere con le parole, che la vita della terra e degli alberi è una sola vita. Né possono gli alberi vivere senza la terra, né può la terra vivere senza gli alberi. Qualcuno afferma persino che gli unici abitanti naturali del Pianeta siano essi, gli alberi.Perché? Perché si nutrono direttamente dalla terra, perché l’afferrano con le loro radici e da essa sono afferrati. Terra e albero, ecco la simbiosi perfetta. Può darsi che qualcuno pensi che ci sia troppo lirismo in queste parole. E’ possibile, per ché così come la terra e gli alberi, il sentimento e la ragione vanno sempre uniti. Ma non è stato per puro sentimento che mi sono unito alla campagna di Greenpeace per la protezione delle foreste primordiali e per un utilizzo dei prodotti forestali che non sia inquinante per l’ambiente. Meglio che piangere sul latte versato, sarebbe non rompere la brocca. La metafora è appropriata, di questo si tratta.
Quando i rappresentanti di Greenpeace mi hanno spiegato le ragioni oggettive del progetto e mi hanno chiesto di parteciparvi, ho capito che non mi bastava preoccuparmi per la situazione dell’ambiente come qualsiasi altra persona con una coscienza per i problemi del mondo, che era necessario che il mio impegno fosse reale, concreto. Ho chiesto loro cosa potevo fare e mi hanno risposto che avevo nelle mie mani l’arma pacifica con la quale potevo ingaggiare la battaglia: i libri, i libri che consumano quantità gigantesche di carta, i libri che divorano boschi e foreste a una velocità vertiginosa, ma anche i libri che possono essere stampati su una carta che rispetta nella sua produzione l’ambiente e che utilizza i boschi con criterio attento al bene comune, ossia, in maniera sostenibile. Il risultato è il libro intitolato Las intermitencias de la muerte e questo è solo il primo passo. Tutte le opere che potrò scrivere in futuro, tutte le riedizioni di quelle già pubblicate, saranno stampate su carta approvata da Greenpeace, sia in Portogallo, sia in Spagna, sia in America Latina. E quello che sta accadendo con Las intermitencias de la muerte, per il quale alle edizioni citate si sono aggiunte quella brasiliana, quella italiana e quella catalana, e spero che a breve vi si aggiungano anche quelle degli altri paesi che desiderino tradurre e pubblicare i libri che vado scrivendo.
Concludo rivolgendo un invito e lanciando una sfida. Che altri scrittori collaborino in questo senso con Greenpeace, che altri editori si uniscano ai miei di adesso e, soprattutto, sì, soprattutto, che i lettori, il pubblico, abbiano una maggiore coscienza che questa lotta è anche loro. Difendere gli alberi è difendere la Terra. Mio nonno lo sapeva e non sapeva né leggere né scrivere. Un vecchio analfabeta mi ha dato la migliore delle lezioni. Qui ve la offro, se la riterrete giusta e umana. So che per qualcuno lo è stato: mi dicono che a Puerto Rico, una manifestazione in difesa di un bosco, che interessi speculativi volevano abbattere, ha marciato dietro a uno striscione che portava il nome di mio nonno, Jeronimo, e che, come lui, le persone abbiano abbracciato gli alberi con una tale forza che il bosco è stato salvato. So che un viale a Castril, un paese di Granada, porta il nome di Jeronimo Melrinho, e quel viale, con quel nome, resta spiegato come la bandiera più bella.
Ad alcuni per la lezione, ad altri per preservare l’esempio, ad altri per la rigorosa attenzione con la quale guardano il mondo, dico grazie. E continuiamo su questa strada perché ci sono dei buoni motivi".
21 giugno, 2010
15 giugno, 2010
Guardatevi nel cuore
13 giugno, 2010
Felicità raggiunta, si cammina
"Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s' incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case".
12 giugno, 2010
Sintesi di un addio
10 giugno, 2010
Un sottotitolo ad un pensiero
Io, Massimo, Emanuele: eravamo in tre, nella piccola stanzetta dalle pareti gialle che tutti i mercoledì sera ci ospita da un po' di tempo a questa parte, ieri per la prima volta davanti al nostro fidato pc. Incuriositi ed attenti non ci siamo persi neanche una sillaba di quanto il nostro professore, con l' entusiasmo di sempre, ha deciso di insegnarci. Massimo è appassionato di ritrattistica, durante i suoi numerosi viaggi all' estero ha colto ed immortalato gli sguardi di donne indaffarate, sperse in caotici bazar, uomini dietro a banchi di spezie dai colori della terra, bambini sorridenti giocare con poco più di niente; Emanuele mi stupisce sempre un po' quando durante le lezioni di teoria prende appunti e disegna, contemporaneamente, lui è designer, la mano che impugna la penna non riesce a darsi pace se non crea e io, a sua insaputa, timidamente sbircio meravigliata; Emanuela (ieri assente) è al settimo mese di gravidanza e non vede l'ora di puntare l' obbiettivo sul suo piccolo che nascerà, poi ci sono io. Premessa: ho deciso di frequentare il corso di fotografia organizzato da Aldo un po' per curiosità, un po' per amicizia, un po' perchè non credo nei grandi fotografi bensì nelle persone comuni che riescono ad esprimersi anche con un click, fermando il tempo e lo spazio e godendosi un' emozione che per loro è un capolavoro e una foto, a mio avviso, può esserlo sicuramente sia questa scattata con una fotocamera digitale dell' ultima generazione o con la scatoletta di cartone ancora in commercio persino in tabaccheria. Non è lo strumento ma l' occhio e la mente che contano con tutto ciò che riescono a produrre aiutati magari da una buona dose di fantasia. Come per un dipinto, un disegno, uno scritto ciò che conta non è solo l' opinione di chi ne fruirà bensì, almeno all' inizio, la soddisfazione dell' autore nel creare, nel credere insistetemente nelle proprie capacità senza perdere di vista umiltà ed entusiasmo. Il concetto è più o meno riassumibile così: "E' bello tutto ciò che tu vedi e credi bello". Fine della premessa.
Cosa si impara quindi ad un corso di fotografia? Si impara a gestire gli elementi che spesso possono costituire un disturbo ma che in realtà, in natura, non lo sono affatto: la luce e l' ombra, a prendere confidenza con lo strumento che si ha a disposizione e non importa se il compagno di banco ha una super Nikon e tu una microscopica Canon perchè ciò che puoi cogliere tu, quasi sicuramente, non verrà colto da lui e viceversa, dando importanza, ribadisco, non alla tecnologia ma alla fantasia. Si impara a cogliere le sfumature e gli attimi. La fotografia non è per me una passione, tengo a precisarlo, non come lo scrivere per intenderci, è un "di più", un sottotitolo che mi piace dare ad un pensiero. Scettica sull' uso di programmi "alternativi" per rendere migliori gli scatti (es. il celeberrimo Photoshop installato dal mio prof ma mai usato) ieri sera ho abbassato la guardia ed ho dovuto ricredermi (a volte capita...). Il suo nome è Lightroom 2: è un software dell' Adobe per la correzione cromatica e luminosa degli scatti. che consente solo di risolvere problemi come la sovraesposizione o ombreggiature troppo evidenti, corregge insomma non cambia e soprattutto non elimina il file originario ma piuttosto lo arricchisce con informazioni digitali in più. Soprattutto è: comprensibile e facile da usare !!!! Aldo ci ha fornito, per esercitarci, quattro suoi scatti di un matrimonio nel verde e per una buona mezz'ora ci siamo sbizzarriti con il "Com'era" "Com'è" applicando il nostro gusto al posto del suo.
A Natale i miei genitori mi hanno regalato una Canon Ixus 100 IS, una scatoletta nera ultraleggera, ultrasottile ma soprattutto facilmente tascabile. Era esattamente quello lo scopo da raggiungere, il portarla con me ovunque perchè ovunque può capitare qualcosa che merita di essere fermato e poi ricordato.Cogli l' attimo perchè magari nessuno lo farà al posto tuo e conservalo perchè, così facendo, sarà tuo e solo tuo per sempre.
02 giugno, 2010
Farewell
Non fu facile volersi bene, restare insieme o pensare d' avere un domani e stare lontani; tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?".
Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione ed il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo, sembra quasi che ironico scruti e ci guardi ridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti insieme ad affrontare ogni impresa; siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.
30 maggio, 2010
Primo contatto I-Pad
23 maggio, 2010
I.D.E.A.
Di
Essere
Ascoltati
Mi dilettavo con gli acrostici già da piccola, utilizzando questo simpatico componimento per le mie dediche sui diari delle compagne di banco o per scrivere qualcosa di originale sui biglietti di auguri. Non sempre riuscivo però a trovare una corrispondenza sensata per ciascuna lettera ma il divertimento stava anche in quello. Ciao: Con Infinito Amore O... Mmm... Ohibò ?!
20 maggio, 2010
Dove e quando
"Da questo momento non ho più regno o il mio regno è senza limiti, da questo momento non mi appartiene più il mio corpo o mi appartiene tutta la terra".
Letta non ricordo dove, appuntata non ricordo quando, cercata, trovata, subito non capita ma piaciuta, molto. A volte non è necessario capire proprio tutto, pubblicata qui.
17 maggio, 2010
I believe
Io credo nei baci; molti baci.
Io credo nel diventare forte quando tutto sembra andare storto.
Io credo che le ragazze felici siano le ragazze più belle.
Io credo che domani sarà un altro giorno (magari migliore) ed io credo nei miracoli.
15 maggio, 2010
Tra terra e cielo
13 maggio, 2010
Leggere con attenzione
Presenti al Salone del Libro presso il Padiglione 2, Stand F 133.
04 maggio, 2010
A buon intenditor
"In occasione della Fiera Internazionale del Libro in corso a Torino, Greenpeace ha organizzato una giornata per le foreste, con lo slogan "Per fare un libro NON ci vuole un albero". Così, sul piazzale antistante la Fiera, un grande libro fabbricato in legno certificato FSC (Forest Stewardship Council) ha salutato i visitatori, raccogliendo messaggi in favore delle foreste e di una editoria responsabile" (...)
http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/comunicati/fiera-libro-torino
"Il 16 maggio alle 15.30 presso lo Spazio Stock i visitatori potranno incontrare lo scrittore amico delle foreste Giovanni Del Ponte e conoscere da vicino chi sta attivamente contribuendo, insieme a Greenpeace, alla protezione delle foreste millenarie". E...congratularsi con loro!!!
02 maggio, 2010
In Memoriam
quando il sangue mi scorre lento e i venti pungono
e fremono e il cuore è malato
e tutte le ruote dell’ essere sono lente.
Resta accanto a me quando il corpo sensuale
è tormentato dai dolori che sconfiggono la fiducia
e il Tempo, un maniaco che sparpaglia polvere
e la Vita, una furia che getta le fiamme”.
30 aprile, 2010
26 aprile, 2010
Le ali ai piedi
19 aprile, 2010
Strano ma...Volo
28 marzo, 2010
18 marzo, 2010
Reminiscenze letterarie
10 marzo, 2010
03 marzo, 2010
Volere volare
Nessuno mi ha promesso "Non morirai".
Eppur senz' ali ho già volato tanto
ed ora senza alcun rimpianto
di promesse mancate,
di cose incompiute,
senza pena aggiunta o tolta,
mi preparo a volare un' altra volta".
01 marzo, 2010
Un pensiero foglia
24 febbraio, 2010
Trova il tempo
è la fonte della forza.
Trova il tempo di giocare,
è il segreto della giovinezza.
Trova il tempo di leggere,
è la base del sapere.
Trova il tempo d'essere gentile,
è la strada della felicità.
Trova il tempo di sognare,
è il sentiero che porta alle stelle.
Trova il tempo di amare,
è la vera gioia di vivere.
Trova il tempo d'essere contento,
è la musica dell'anima".
...Buon viaggio...
23 febbraio, 2010
Riflessi
15 gennaio, 2010
Cenni storici
13 gennaio, 2010
Le 17.00 in punto
12 gennaio, 2010
Distanze
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."