Se mi fossi laureata anzichè accettare il mio attuale posto di lavoro che mi vede dietro ad una scrivania a smanettare su una calcolatrice e stampare consuntivi, cosa farei? Dove sarei? Con chi avrei a che fare adesso?Non sono queste domande per cui perdo normalmente il sonno ma oggi me le sono poste, esattamente in quest'ordine e il perchè è molto semplice.I miei genitori sono in procinto di traslocare e io nell'aiutarli ho ritrovato tutto il materiale della mia "non tesi di laurea", dubbio:che farne? Primo fra tutti il quadernetto in carta reciclata su cui tutto è cominciato...Grazie a Chiara, dopo essermi iscritta all'università, ho iniziato a frequentare il Museo Regionale di Scienze Naturali: alla sezione di botanica occorrevano dei volontari per sistemare le tavole dell' erbario di un certo Fratel Giacinto Abbà, con l'entusiasmo che all'inizio riverso su tutte le novità, passavo pomeriggi interi a maneggiare con cura fragili piantine ormai secche, appoggiarle su grandi fogli bianchi e fissarle con spilli appuntiti, intanto con Chiara si chiacchierava delle amicizie in comune,delle lezioni e dei professori, dei tanti sogni nel cassetto.Poi l'incontro determinante con Annalaura e la proposta per la mia tesi:l'analisi palinologica di alcune specie del genere Campanula in Piemonte.Praticamente l'ho iniziata a preparare a partire dal 2° anno di corso. Un bel progetto, tante le idee, coinvolto anche l'Orto Botanico e il laboratorio di palinologia, io che già mi immaginavo chissà dove e chissà chi. Sul quadernetto tanti cerchietti a rappresentare i granuli pollinici con anulus, esina, pori, colpi, spinule, tutte caratteristiche da considerare e ahimè misurare...ordine di grandezza?Pochi micron. Tabelle piene di numeri 0,01, 0,05, ecc. ecc.,colonne, totali, calcoli che facevo non sapendo precisamente a che risultato mi avrebbero condotta. Poi il procedimento dell' acetolisi, le foto al SEM, il mio camice con le iniziali, le pubblicazioni su "Allionia". Stupido aver tralasciato quel percorso per pochi esami ancora da sostenere? Forse si, so che sono in molti a pensarla così, primi fra tutti i miei genitori che comunque hanno sempre creduto in me sostenendomi non solo economicamente. Nella vita si fanno delle scelte, non rimpiango nulla del mio passato e anche il mio presente non va così male ma se penso a quella studentessa con il camice bianco arrampicata su uno scomodo sgabello di legno davanti ad un microscopio mi chiedo se non dovessi almeno tentare anzichè decidere di fallire.
2 commenti:
Ciao Simo, onorato di lasciare un primo commento su un argomento così importante......Dalle tue parole si capisce come quello che ti ha mosso a fare quella scelta ed a portarla fino quasi al completamento ci SIA ANCORA!
Probabilmente (anzi molto spesso) la risposta pù semplice è quella più vera.
C'è un tempo per tutto, e tutto ha il suo tempo, ma per alcune cose siamo noi a decidere qual'è il tempo giusto per farle..... o decidere di riprenderle.
A prestissimo. Max
La paura di fallire non porta mai a niente. Ma la forza dei sogni regala speranza a chi, come te, poteva e può farcela! Perchè non è mai troppo tardi per spolverare i sogni!
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