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30 ottobre, 2008
29 ottobre, 2008
4 personaggi in cerca...
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27 ottobre, 2008
1 Pensiero
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Oggi non è stata una bella giornata, la nebbia, il freddo, 636 silenzioso ed immobile se ne stava lì e non si guardava neanche intorno, rassegnato, sembrava addirittura che i suoi rami fossero stanchi, la piccioncina bianca chissà dove si sarà rifugiata, sul cornicione della casa difronte infatti restano soltanto i suoi amici che ahimè son tutti grigi, vittime del polveroso smog e della noia. L' uomo di terracotta non mi ha degnata di uno sguardo, anche stasera è tristemente pensieroso ed io lo sono con lui.
26 ottobre, 2008
"Fragile paccottiglia"
Un trasloco è riscoprire in una vecchia credenza un piattino orribile dai colori improponibili che date le dimensioni non servirà mai a nulla ma che essendo un regalo di una nonna che non c'è più o di una zia che l' ha sempre conservato come una reliquia, diventa prezioso e non può certo essere eliminato. Vecchie bomboniere senza più confetti accanto a preziose tazzine in fine porcellana, caramelle di vetro soffiato blu cobalto...Scatoloni e fogli di giornale. E' difficile riuscire a distinguere cosa valga veramente la pena di essere conservato e quindi portato con sè da quello che invece non serve più o mai è servito e quindi lo si può facilmente eliminare. Io che sono sempre in balia dei ricordi trovo un brandello di foglio di giornale in cui avvolgere disordinatamente anche il piattino più inutile trovandolo di una bellezza unica nel suo genere per un qualcosa che probabilmente vedo solo io. Mi sono chiesta assemblando polverosi scatoloni se fosse più doloroso dimenticare o essere dimenticati, eliminare o essere eliminati. Le persone si dividono anche in base a queste due categorie un po' come le scritte sul cartone "Cose preziose", "Paccottiglia". Alla fine a volte ci si porta appresso anche la paccottiglia che, per brutta ed inutile che sia, un tempo forse, in un passato remoto, a qualcosa è servita rivelandosi preziosa: chissà magari proprio su quel piattino qualcuno ha appoggiato una tazzina di caffè caldo, profumato ed inebriante, dall' aroma forte con al fianco un piccolo cioccolatino fondente, un caffè da bersi in una pausa e a cui non si riesce a dire di no ed in tutto questo che cosa c'è di così brutto ed inutile? "Fragile paccottiglia".
636
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24 ottobre, 2008
Scivolando sulle parole
Stasera non so esattamente cosa nè come lo scriverò, non so neppure se ancora ci sarà qualcosa da scrivere, qualcosa da comunicare, qualcosa da rendere pubblico, io stasera mi sono persa. Una pagina bianca su cui riportare la rabbia, l' emozione, l' incomprensione, tutto ciò che ci si sputa addosso e ciò che invece muore dentro. La stupidità di un' illusione che va a sbattere contro un muro di indifferenza. Quante lettere una in fila all' altra che tradotte non significano più niente, quante inutili parole. Scivolare e ahimè cadere...Alla fine sempre gli stessi giudizi, gli stessi rimproveri, gli stessi ricordi e l' amarezza nell' accorgersi che forse non c'è più nulla di bello da trattenere.
"In un tempo molto lontano, un Dio paziente e divertito ripara ai torti e ai piccoli errori del suo creato, ascolta le lamentele degli animali più deboli, esaudisce i desideri più buffi, si prodiga perchè non ci siano ingiustizie. Così il becco di un'aquila spietata si scontrerà contro la roccia e diventerà curvo; l'allocco stufo di essere richiesto della sua dottissima opinione riuscirà ad ottenere in dono un'espressione sciocca; il ghiro che soffre di malinconie invernali sarà omaggiato di un sonno profondo; la lucertola sempre acchiappata per la coda ne otterrà una fragile come cipria".
"In un tempo molto lontano, un Dio paziente e divertito ripara ai torti e ai piccoli errori del suo creato, ascolta le lamentele degli animali più deboli, esaudisce i desideri più buffi, si prodiga perchè non ci siano ingiustizie. Così il becco di un'aquila spietata si scontrerà contro la roccia e diventerà curvo; l'allocco stufo di essere richiesto della sua dottissima opinione riuscirà ad ottenere in dono un'espressione sciocca; il ghiro che soffre di malinconie invernali sarà omaggiato di un sonno profondo; la lucertola sempre acchiappata per la coda ne otterrà una fragile come cipria".
Gocce di resina
"La resina è il prodotto di un dolore, una lacrima che cola dall' albero ferito. Gocce dorate, gialle come miele, che non scappano via, non fuggono come l'acqua, non abbandonano l'albero. Rimangono incollate al tronco, per tenergli compagnia, per aiutarlo a resistere, a crescere ancora. I ricordi sono gocce di resina che sgorgano dalle ferite della vita." M. Corona
23 ottobre, 2008
Numeri
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Ali di carta
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20 ottobre, 2008
Dalla A alla Z
Assolutamente
Bellissimo
Capire
Dove
Eternamente
Fiorisca
Gioia.
Ho
In
Laboratorio
Memorie
Nascoste
Occultate
Pazientemente
Quando
Raccontavo
Sospirando
Tutta
Una
Vita.
Zittisco...
Bellissimo
Capire
Dove
Eternamente
Fiorisca
Gioia.
Ho
In
Laboratorio
Memorie
Nascoste
Occultate
Pazientemente
Quando
Raccontavo
Sospirando
Tutta
Una
Vita.
Zittisco...
17 ottobre, 2008
Novembre, 2019
« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginare. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo...come lacrime nella pioggia. È tempo... di morire. ». Fino a due ore fa non sapevo neppure quale argomento trattasse, conoscevo il finale ma assolutamente ignoravo l' inizio, l' unico attore che ricordavo nel cast un giovane ed affascinante Harrison Ford e una presenza biondo platino dal viso piuttosto inquietante e uno sguardo glaciale. Un venerdì sera dedicato a quel film che "Simo ma non puoi non aver visto Blade runner...", in quanti me l' hanno detto, non ultimo Ste e così ho rimandato la voglia di scrivere e mi sono immersa nella mia "prima visione". Los Angeles, november 2019. Assolutamente geniale, persino attuale, a tratti romantico. Un' immagine del futuro caotica, fredda, sporca e polverosa, trasandata. Non voglio raccontare il film nè cimentarmi in una critica che non avrei la capacità di elaborare, voglio solo annotare qui cosa mi ha lasciato, cosa mi ha trasmesso. Non siamo ancora nell' anno 2019 ma replicanti in giro se ne vedono eccome, per me sono tutti coloro che impettiti nelle loro striminzite "uniformi" affrontano la giornata senza un sospiro, senza stupore, senza sorpresa nè meraviglia, sanno cosa e come lo devono fare, sanno come inizia e persino come andrà a finire. Che riescano ad infilare qua e la un sentimento, non è richiesto nè così importante. Accidenti i replicanti del film si rivelavano, scivolando verso il finale, molto più "umani" di certi umani del 2008 e scusate il bisticcio di parole! Io mi guardo intorno e ultimamente vedo soprattutto indifferenza o meglio tanti, quasi tutti uguali, che percorrono una strada vicini ma mai così vicini da riuscire a sfiorarsi. Alla fine del film una frase che tutti coloro che l' hanno visto ricordano, adesso anch'io, pronunciata da un replicante, fa capire quanto siano i ricordi a rendere tutti deboli ed "umani". E' tardi, forse non ho colto il vero significato della preziosa pellicola, forse come sempre ho apprezzato più la storia d' amore che aveva un po' dell' impossibile che la caccia al replicante, forse i ricordi rendono anche me "noiosamente" umana.
15 ottobre, 2008
Sottosopra
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Una strana visione del mondo ....
Chissà che visto sotto questa prospettiva non si riveli migliore...
http://upsidedowndogs.com/
13 ottobre, 2008
La cura
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Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me?Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare. Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza. I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò le correnti gravitazionali,lo spazio e la luce per non farti invecchiare. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...io sì, che avrò cura di te."
(Ascoltata oggi in radio, più che una canzone una dedica, una poesia, un' ode alla devozione, protezione, preoccupazione, attenzione, insomma alla "cura" di qualcun altro...)
10 ottobre, 2008
Il silenzio fa rumore
Vicino al mio ufficio c'è una scuola, una scuola colorata ma silenziosa: è una scuola per sordomuti. Stasera rientrando a casa mi sono imbattuta in qualcosa che mi ha fatto riflettere: un ragazzo e una ragazza davanti al portone litigavano, litigavano urlandosi chissà quali cattiverie ed insulti, tutto nel massimo silenzio. Comunicavano a gesti la loro rabbia e dalle loro labbra non uscivano parole ma solo e soltanto forti emozioni. Si comprendevano benissimo e non c'era alcun bisogno di urlare per farsi sentire da chi stava di fronte. Tutto intorno a loro creava frastuono: il pulmann, il carrozziere, anche solo il tacchettio delle mie scarpe eppure indisturbati loro erano soli, in compagnia del solo desiderio di chiarirsi abbattendo a loro modo la barriera del silenzio. A volte penso che le parole non servano poi così tanto, penso che forse più si parla e meno si dice, meno ci si riesce a far capire, penso che siamo circondati da mezzi di comunicazione avveneristici e ahimè riusciamo a mala pena ad usarlo il grande dono della parola. Li ho guardati e mi sono sentita travolta dalle loro non-parole comprensibili, in quel contesto, a chiunque. Litigavano straordinariamente bene...E noi che potremmo urlare cosa facciamo?Usiamo le mail, messanger, gli sms oppure improvvisamente smettiamo per qualche motivo di comunicare.
A volte anche lo scrivere diventa una prigione, o una punizione, il cercare di arrivare in fretta come le parole o i gesti e inevitabilmente ahimè non riuscirci più, l' essere costretti al silenzio in solitudine però. Stamattina in ufficio io e Roby eravamo barricate dietro ad un religioso silenzio: non volevo che a causa del mio nervosismo di ieri la settimana finisse così ed allora...una parola dopo l'altra, una risata dopo l'altra e tutto si è magicamente risolto. Una parola o un gesto, un qualcosa di reale, vivo, tangibile, una parola o un'attenzione che crei anche soltanto un filo conduttore, un trait d'union non necessariamente un ponte. Mi sono chiesta come sarà finita quella litigata così passionale e a suo modo "rumorosa" per il loro cuore: voglio immaginare che si saranno sicuramente guardati, abbracciati, toccati ed allora il silenzio sarà stato quello di un lungo e dolcissimo bacio, che inguaribile e sdolcinata romantica...Bleah!
A volte anche lo scrivere diventa una prigione, o una punizione, il cercare di arrivare in fretta come le parole o i gesti e inevitabilmente ahimè non riuscirci più, l' essere costretti al silenzio in solitudine però. Stamattina in ufficio io e Roby eravamo barricate dietro ad un religioso silenzio: non volevo che a causa del mio nervosismo di ieri la settimana finisse così ed allora...una parola dopo l'altra, una risata dopo l'altra e tutto si è magicamente risolto. Una parola o un gesto, un qualcosa di reale, vivo, tangibile, una parola o un'attenzione che crei anche soltanto un filo conduttore, un trait d'union non necessariamente un ponte. Mi sono chiesta come sarà finita quella litigata così passionale e a suo modo "rumorosa" per il loro cuore: voglio immaginare che si saranno sicuramente guardati, abbracciati, toccati ed allora il silenzio sarà stato quello di un lungo e dolcissimo bacio, che inguaribile e sdolcinata romantica...Bleah!
08 ottobre, 2008
E tu che dolce sei?
Stasera riesco a scrivere scemenze di questo genere "La tarte-tatin non è un dolce bensì una filosofia di vita" riesco a scriverle e ahimè a pensarle. L' ultima fetta l' ho assaggiata all' Antica Bruschetteria Pautasso, vicino all' ufficio, durante un tranquillo pranzetto in buona compagnia. Forchettina alla mano l' ho gustata a piccoli bocconcini, dalla punta immersa nella panna liquida, ma neanche così tanto liquida, alla crosticina. Ben ripuliti piattino e forchettina, il voto finale sempre tanto atteso da chi ormai se lo aspetta perchè mi conosce bene: dal 5 al 6. Spiego i motivi dell 'insufficienza:
1) piattino freddo al tocco e io adoro, in questo periodo soprattutto, tutto ciò che è "caldo"
2) panna pressochè insapore, le mie papille gustative ricercavano affannosamente il gusto genuino del latte ma alla fine si sono tristemente rassegnate
3) la pasta sfoglia della base un tantino molliccia e forse poco cotta
4) le mele caramellate poco e non uniformemente
5) ho apprezzato l' aroma inebriante della vaniglia (all' inizio pensavo fosse il mio profumo e invece era lo zucchero vanigliato cosparso sopra le fettine ordinate).
Il mio è sempre un giudizio spietato! Potrei diventare degustatrice di tarte-tatin...
Credo che in ognuno di noi ci sia la ricetta di un dolce che ci ispira particolarmente o in cui ritrovare persino qualche aspetto del proprio carattere, penso che si debba chiudere gli occhi ed "assaggiarsi" alla ricerca dell' essenza, della genuinità di ciascun ingrediente. Tu che dolce sei? Un tiramisù che cerca il lato positivo di ogni cosa rimandando le difficoltà a domani o ignorandole immergendosi nel mascarpone piuttosto che nel caffè perchè si sa innervosisce?
O una banalissima panna cotta che alla fine del menù si ritrova sempre tra i dessert ma che si sa non cambia mai il suo sapore e ci si può abbinare qualsivoglia sciroppo lei resta sempre un dolce molliccio e viscido?
O una sacher dalla bellezza disarmante, semplice ma perfetta, senza sbavature all' esterno ma asciutta e nauseante una volta che si arriva alla marmellata?
O una crème brulé che sotto la crosta dura dello zucchero nasconde una crema dolce, soffice e amabile in cui è un piacere affondare il cucchiaino?
Il piattino è caldo, le mele sottili sono disposte ordinatamente su un altrettanto sottile strato di pasta sfoglia leggermente croccante, il caramello si posa delicatamente su di esse come se le volesse accarezzare e la panna liquida che sa di latte si infila timidamente tra una una fettina e l' altra, lo zucchero vanigliato è un piacere per l' olfatto. Come vorrei essere una tarte-tatin...
1) piattino freddo al tocco e io adoro, in questo periodo soprattutto, tutto ciò che è "caldo"
2) panna pressochè insapore, le mie papille gustative ricercavano affannosamente il gusto genuino del latte ma alla fine si sono tristemente rassegnate
3) la pasta sfoglia della base un tantino molliccia e forse poco cotta
4) le mele caramellate poco e non uniformemente
5) ho apprezzato l' aroma inebriante della vaniglia (all' inizio pensavo fosse il mio profumo e invece era lo zucchero vanigliato cosparso sopra le fettine ordinate).
Il mio è sempre un giudizio spietato! Potrei diventare degustatrice di tarte-tatin...
Credo che in ognuno di noi ci sia la ricetta di un dolce che ci ispira particolarmente o in cui ritrovare persino qualche aspetto del proprio carattere, penso che si debba chiudere gli occhi ed "assaggiarsi" alla ricerca dell' essenza, della genuinità di ciascun ingrediente. Tu che dolce sei? Un tiramisù che cerca il lato positivo di ogni cosa rimandando le difficoltà a domani o ignorandole immergendosi nel mascarpone piuttosto che nel caffè perchè si sa innervosisce?
O una banalissima panna cotta che alla fine del menù si ritrova sempre tra i dessert ma che si sa non cambia mai il suo sapore e ci si può abbinare qualsivoglia sciroppo lei resta sempre un dolce molliccio e viscido?
O una sacher dalla bellezza disarmante, semplice ma perfetta, senza sbavature all' esterno ma asciutta e nauseante una volta che si arriva alla marmellata?
O una crème brulé che sotto la crosta dura dello zucchero nasconde una crema dolce, soffice e amabile in cui è un piacere affondare il cucchiaino?
Il piattino è caldo, le mele sottili sono disposte ordinatamente su un altrettanto sottile strato di pasta sfoglia leggermente croccante, il caramello si posa delicatamente su di esse come se le volesse accarezzare e la panna liquida che sa di latte si infila timidamente tra una una fettina e l' altra, lo zucchero vanigliato è un piacere per l' olfatto. Come vorrei essere una tarte-tatin...
06 ottobre, 2008
Un caffè caldo caldo
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05 ottobre, 2008
A Katiu
Qui quando incontri persone che pur non conoscendoti personalmente leggono ciò che scrivi e ti sono vicine lasciandoti proprio il commento che vorresti leggere è un po' come a casa, un po' come far parte di una grande famiglia, si condivide e stasera io condivido il dolore di Katiu per la perdita di Lola. Piangi Katiu, piangi perchè hai perso una presenza importante nella vita di tutti coloro che vedono in un cane un amico, un compagno di viaggio, piangi e sfogati e non badare a quelli che penseranno "era solo un cane" perchè non meritano di essere considerati. Lola ora non soffre più e sicuramente si augura che anche il tuo dolore passi presto lasciandoti solo il suo tenero ricordo. Siamo fortunati noi amici degli animali perchè amiamo un po' di più!
"Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato."
A. Schopenhauer
"Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato."
A. Schopenhauer
03 ottobre, 2008
Sto peggiorando
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Pensieri al vento
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01 ottobre, 2008
I ciliegi feriti
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quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.
Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore".
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