04 agosto, 2008
Aula B
La settimana scorsa Gianna ha portato in ufficio un ramoscello di una piantina che le è nata spontaneamente in un vaso sul balcone: esile e profumata, l' ho osservata ma proprio non mi suggeriva nulla. Anche stavolta la botanica si è rivelata la mia amica/collega che, non solo è riuscita a far fiorire una Phalaenopsis (orchidea della quale spesso e volentieri si moltiplicano foglie ma raramente fiori) sul davanzale di una finestra della reception, ma grazie alla sua "bravura" (ehm, 'na botta di bip nel trovare la pianta giusta nel sito giusto) ha riconosciuto la santoreggia o erba cerea, scientificamente detta Satureja hortensis L. Un flash universitario mi ha portato ad improvvisare un riconoscimento dell' esemplare mediante chiave dicotomica. Le esercitazioni di botanica sistematica che si svolgevano all' Orto Botanico del Valentino consistevano proprio in questo: la Prof. Dal Vesco sradicava qualsiasi cosa "verde" le capitasse a tiro, ce la proponeva poi sui lunghi banchi di legno dell' aula B e con un "Di cosa si tratta ?" dava il via a quello che più che un compito in classe pareva tanto un quiz. Ad aiutarci solo un vecchio volume dalle pagine ingiallite, la "Guida botanica d'Italia" anche detta "Il Baroni" dal nome dell' autore. Si procedeva con calma, piantina tra le dita da trattare con cura, lente d' ingrandimento e lametta per eventuali incisioni, la si scrutava da radici a capolino, si guardava forma e posizione delle foglie, robustezza del fusto, calici e corolle e si seguivano le tracce del Baroni per arrivare ad una determinazione, ad una conclusione più logica possibile. La prima domanda era sempre la stessa "pianta annuale o perenne?". Tutto ciò era interessante ma se vogliamo, per certi versi, anche curioso e divertente. La bravura di noi studenti stava proprio nel riconoscere, nell'arrivare prima possibile alla soluzione finale, nel non scambiare un Allium cepa per un Crocus albiflorus. Sarebbe bello ci fosse un grosso volume dalle pagine ingiallite per distinguere anche le persone con cui ci capita giornalmente di avere a che fare, no? Una chiave dicotomica per la specie umana con riportate tutte le alterantive possibili: esemplare sensibile-esemplare insensibile, esemplare simpatico-esemplare antipatico, esemplare espansivo-esemplare ermetico, esemplare "spontaneo"-esemplare "coltivato", ecc. ecc.ecc. Chissà magari questo ci permetterebbe di evitare le colossali fregature che, seguendo unicamente l' istinto, si prendono quotidianamente. Giungere ad una conclusione definitiva sfogliando un manuale e non magari ponendosi mille domande a cui nessuno mai darà una risposta sensata. La nostra specie, mi rendo sempre più conto, è assolutamente la più studiata ma anche la meno comprensibile, la meno "definibile" e forse la meraviglia sta proprio in questo. Ciascuna persona è un universo a parte che non è possibile nè classificare nè assimilare ad un altro e puoi sfogliare quanto vuoi ma difficilmente arriverai ad una definizione. Capiteranno tanti Allium cepa dall' odore disgustoso, una volta sezionato il bulbo e dal caratteristico effetto urticante sulla pupilla che inizierà a lacrimare e prudere ma alla fine, sul banco, qualcuno depositerà anche un bellissimo e profumatissimo Crocus che non occorrerà neppure sezionare per riconoscere: lo guarderai dapprima con stupore e meraviglia, accarezzerai i suoi petali prendendo a poco a poco confidenza con la loro fragilità e perfezione ed alla fine il suo profumo ti confonderà ma, anche, renderà felice.
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