25 luglio, 2008

Dalla Mole alla Tour Eiffel

Stamattina mi sono svegliata e sotto la doccia ho iniziato a canticchiare "La vie en rose" di Edith Piaf, non ricordavo tutte le parole ma il motivo si e quindi tra un "..dans te bras" e un "..ta ra ra" è arrivata l' ora di uscire di casa. Alle 8,15 io e Gianna abbiamo fatto colazione al bar (quando il gatto non c'è...le tope, ops, ballano!) e alle 8,30 in ufficio. E' stata una giornata lavorativa molto tranquilla, forse anche per l' assenza dell' arch., trascorsa tra un pettegolezzo, una fetta di torta alle nocciole e una risata. Gianna mi ha raccontato del suo paese, vicino a Salerno, dove si usa identificare i componenti di una famiglia con strani ed originali soprannomi, il suo: Robby "panzabbella", questo perchè suo nonno, che lavorava nei campi, era solito tenere la canotta arrotolata sulla pancia dato il gran caldo. Quindi adesso è per me: Gianna Stravolta Panzabbella! Angela invece ci ha parlato dei fidanzatini delle gemelle ed ha espresso le sue preferenze di mamma. Chiacchiere fra donne...Tanto il mio motivetto, chissà poi perchè, non mi ha abbandonata un secondo! Ho conosciuto le canzoni della Piaf grazie ad una vecchia musicassetta comprata da mio papà, credo in un autogrill, sulla To-Sv: "La vie en rose" ma anche "L' hymne à l' amour" e tante altre, canzoni romantiche con un significato, in francese. Se l' inglese è la lingua per gli affari, per viaggiare, per comunicare ormai con il resto del mondo, il francese è la lingua per l' amore. Qualsiasi parola proferita, persino una parolaccia, assume un tono dolce, romantico, sensuale. A volte, senza motivo, mi metto a dialogare tra me e me in francese...ed è bellissimo! L'ho studiato alle scuole medie ma anche alle superiori, quando tutti i genitori scrupolosi per il futuro lavorativo dei propri figli li indirizzavano verso l' inglese, i miei, hanno fatto esattamente l' opposto e mi hanno lasciata scegliere. Alle medie la grammatica ma al liceo la letteratura: "Les fleurs du mal" di Beaudelaire, il capolavoro di Flaubert "Madame Bovary" e quello di Stendhal "Le rouge et le noir, Jean Paul Sartre, ecc.ecc. tutti letti, studiati, in lingua originale e persino capiti, meglio che in italiano. Poi, sempre per scelta mai per imposizione, pochi anni fa, un corso semi-serio (non per colpa della mia insegnante-amica Lodo bensì per la pigrizia dell'allieva) di inglese. In conclusione: impara l' inglese per un colloquio di lavoro ma scegli il francese per una romatica dichiarazione d'amore!
"Prova a ragionar sull'amore e perderai la ragione." (Proverbio francese)

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